La "scalata" di un club passato in capo a quindici anni dalla serie D alla semifinale della seconda manifestazione europea per club. La forte identità societaria su cui questa crescita si è fondata. Le nuove sfide che questo modello di "business sociale" dovrà affrontare per consolidare, e se possibile migliorare, i risultati sin qui raggiunti.

Di questo hanno parlato Salvatore Trainotti e Diego Cattoni, rispettivamente general manager e amministratore delegato di Aquila Basket, e Michele Andreaus, professore dell'Università degli Studi di Trento, nel corso del convegno "Aquila Basket, comunità e imprese: dalla filantropia a un nuovo modello di social business" organizzato dalla società di piazzetta Lunelli presso la sede del broker partner aquilotto Inser. 

SALVATORE TRAINOTTI (General Manager AQUILA BASKET TRENTO): "La storia di Aquila Basket è particolare, molto differente dai modelli tradizionali. Innanzitutto perché questa è una società sviluppatasi anno dopo anno, partendo dal basso, senza avere una forte tradizione alle spalle: e il percorso di crescita e i risultati fatti dal 2000 in avanti lo dimostrano. A differenza della maggior parte delle società, paradossalmente, per noi i risultati sportivi non sono stati soprattutto un obiettivo da raggiungere, ma sono stati invece fonte di criticità, di nuove sfide da risolvere. Criticità legate al cambio dei mercati di riferimento, al cambio dell'assetto proprietario, alla crescita nel numero e nella tipologia degli stakeholder di riferimento. Nel provare, un passo alla volta, a risolvere queste dinamiche adattandosi al cambio di contesto in cui doveva operare, la società ha però trovato un punto di forza nella propria capacità di restare fedele alla propria identità, ad uno stile fatto di passione, di centralità della persona, di senso si appartenenza, di noi prima dell'io. Tutti elementi che anno dopo anno sono stati trasmessi, sin dal primo giorno di lavoro, a tutti i nuovi giocatori, agli allenatori, a tutti i collaboratori della società. I valori centrali su cui si fonda il lavoro del club sono innovazione, ambizione, impegno per il futuro. Anche se credo che l'elemento che ci ha fatto emergere a livello locale sia stata la riconoscibilità sociale che ci siamo creati, provando ad andare oltre al canonico circolo virtuoso alla base della maggior parte dei successi sportivi, che lega i successi sul campo alle potenzialità economiche del club. Aquila Basket, spesso costretta dalla velocità della sua crescita, si è trovata costretta a trovare strade alternative, puntando sull'importanza di fare qualcosa per il territorio". 

DIEGO CATTONI (Amministratore Delegato AQUILA BASKET TRENTO): "Aquila Basket sta ottenendo risultati sportivi che sono ben al di sopra di quanto ci si potrebbe aspettare basandosi sulla portata delle risorse economiche che ha a disposizione. Basti confrontare i nostri 4,2 milioni di euro di fatturato con i budget di società di spessore europeo come i club di Eurolega o di Eurocup, o anche solo con il giro d'affari dei competitor italiani.  Per questo, con l'obiettivo di consolidarci partendo dalla struttura del nostro budget, che per l'86% si fonda sulle risorse in entrata da sponsor e aziende vicine al club, abbiam come obiettivo quello di arrivare a toccare i 5 milioni di euro di fatturato" 

MICHELE ANDREAUS (Professore UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRENTO): "Il modello di business di Aquila Basket è interessante, perché crea valore sociale, ed è nel contempo attento alle esigenze dei suoi sponsor restando attento alla sostenibilità ambientale ed economica. Aquila Basket è club che vuole creare valore sociale vincendo. La nuova sfida del club è come usare il valore sociale per incrementare il valore economico del mondo profit".

Di seguito il servizio realizzato sul convegno dal media partner bianconero Trentino TV.

 

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