Venerdì 13 ottobre alle ore 14.30 presso l’Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia si è tenuto il momento finale del progetto “Basketball: a world in a word”, che la Dolomiti Energia Trentino ha sviluppato nel 2017 con il monitoraggio dell’Università di Trento e il finanziamento dell’UE. Circa 30 ragazzi, provenienti da diversi Paesi dell’Africa e dell’Asia, si sono allenati per due volte a settimana da gennaio a giugno sotto la guida di coach Moussa Dia e l’assistant coach Nicolò Gilmozzi, disputando alla fine del proprio percorso anche delle amichevoli contro squadre impegnate nel campionato di Promozione. Tante le ore in palestra, tanti i momenti condivisi anche sugli spalti del PalaTrento per seguire le partite della Dolomiti Energia Trentino, tante le storie da raccontare: questo progetto, sviluppato con la collaborazione di ATAS, Centro Astalli e Cinformi, aveva come obiettivo quello di facilitare l’integrazione dei richiedenti all’interno del tessuto sociale trentino.

 

Ha avuto successo? La risposta è stata data dalla relazione del prof. Vezzoni e del dott. Ciordia dell’Università di Trento, che hanno monitorato il progetto e nella giornata di ieri hanno presentatato alla comunità scientifica i risultati del loro lavoro. ““L’impatto del progetto è stato sicuramente positivo per quanto riguarda l’aspetto fisico e sportivo. I ragazzi hanno imparato a giocare a basket e sono in forma. Più complessa la valutazione degli aspetti psicologici, rispetto ai quali il potenziale effetto positivo della pratica sportiva è contrastato dal protrarsi di una situazione di disagio e di incertezza legata allo status di richiedente asilo. D’altra parte, lo studio di valutazione mostra che grazie alla partecipazione al progetto i ragazzi hanno sviluppato le loro capacità relazionali e il loro network sociale. Ci si può quindi attendere che queste competenze e queste risorse possano costituire nel prossimo futuro una opportunità per una loro migliore e più facile integrazione nella società ospitante.” La valutazione sviluppata da parte dell’Università di Trento è stato un elemento di qualità del progetto di Dolomiti Energia Trentino, che può trovare nel lavoro del prof. Vezzoni spunti importanti per proseguire nelle proprie iniziative nell’area dell’inclusione sociale.

 

Il pomeriggio presso l’aula Kessler ha avuto diversi protagonisti, in primis Jorge Gutierrez, play della Dolomiti Energia Trentino, che parlato della propria esperienza di giocatore arrivato da adolescente negli USA dal Messico per giocare a basket. Il basket per Gutierrez ha rappresentato non solo un’occasione per integrarsi nel territorio USA, ma anche il mezzo che gli ha permesso di diventare “un uomo migliore, un figlio migliore, un fratello migliore, un amico migliore”.  La conclusione del pomeriggio in università è stato invece un momento per tornare alle origini delle iniziative del club con i richiedenti. Infatti, la Dolomiti Energia Trentino aveva sviluppato nel 2015/16 il progetto “One Team, one world” all’interno di One Team, il programma di responsabilità sociale di Eurolega. L’esperienza straordinaria di quel progetto, sviluppata dal One Team Manager Massimo Komatz e dal One Team Coach Nenad Jakovljevic, è stata la base del lavoro dell’anno successivo. E per Eurolega era presente a Trento Marcel Maneja, executive Eurolega, che ha presentato il pensiero di One Team, la sua metodologia e i benefit che può dare alle comunità il basket nel momento in cui diventa strumento di social inclusion, specialmente se si impegnano nei progetti testimonial importanti come i giocatori dei club.

La giornata ha avuto poi un importante corollario a conclusione del pomeriggio: infatti, presso la palestra Manazzon di via Fogazzaro, è stato fatta una gara amichevole tra i ragazzi del progetto e la squadra U16 del settore giovanile della Dolomiti Energia Trentino.

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