Ci sono partite in cui perdi, e magari non capisci neanche tanto bene perché. E ce ne sono altre, invece, in cui anche se te la sei giocata praticamente fino in fondo, hai ben chiaro fin dalla sirena di fine gara cosa non sia funzionato. 22 palle perse, 62% ai liberi, 17% da tre punti sono cifre che da sole basterebbero a spiegare la sconfitta rimediata dalla Dolomiti Energia nella gara d'apertura della serie A 2016-2017. Forse anche per questo, arrivando nella sala stampa del PalaPentassuglia, dopo aver fatto i complimenti al presidente brindisino Fernando Marino Maurizio Buscaglia (nella foto Evangelista) ci tiene a partire da un aspetto positivo della gara bianconera persa contro l'Enel.

MAURIZIO BUSCAGLIA (Coach DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): "Queste sono partite che aiutano a capire quanto è importante giocare con durezza, quanto può contare avere cura del pallone. In questo senso, volendo partire da un aspetto positivo, è meglio che una gara del genere ci sia capitata subito, perché si tratta di una esperienza che potremo portarci dietro per fare meglio nel resto della stagione. Credo che questo sia apparso chiaro anche ai ragazzi, l'ho notato già nei minuti dopo la gara mentre si guardavano in faccia in spogliatoio. Entrando nello specifico del match, volevamo una gara dal punteggio non troppo alto, e in questo senso, nonostante alcuni canestri subiti in uno contro uno o in contropiede, direi ci siamo riusciti subendo solo 69 punti. Dall'altra parte però non siamo stati capaci di fare il nostro in attacco. 22 palloni persi, quasi tutti per nostri errori e non per pressione della difesa, sono davvero troppi. Se a questo aggiungiamo i troppi errori ai tiri liberi, la gara è presto analizzata. Perché se in trasferta vuoi avere chance di vincere devi giocare duro, non perdere troppe palle e segnare i tiri liberi. Per dirla tutta ci avrebbe aiutato anche qualche canestro in più su azione, sia da sotto che da fuori. Ma abbiamo sbagliato troppo, come si evince anche da sei contropiedi in campo aperto in cui non siamo riusciti a realizzare, cosa che invece è riuscita a Brindisi. Spesso, cercando di eseguire o fare le giocate in velocità, abbiamo lavorato di fretta invece che velocemente: a partire dal secondo quarto poi abbiamo cominciato ad aprire il palleggio tanto per fare, senza sapere esattamente perché lo facevamo, e abbiamo iniziato a scollarci, a disunirci. Nel complesso insomma non è stata una bella partita, inutile girarci attorno, ma spero che questa gara sia una bell'insegnamento per come affrontare il campionato."

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