Da una parte tutte le contraddizioni e il fascino di una terra ormai avvezza a coniugare la prossimità geografica degli Stati Uniti ad anni di condizionamento politico e sociale di matrice sovietica. Dall'altra, l'estrema povertà e mancanza di risorse di una nazione che, dopo la caduta dell'Urss, ha comunque continuato a pagare il prezzo delle scelte fatte negli anni della Guerra Fredda con altri decenni di embargo americano. E' in questo contesto che Trentino Basketball Academy, grazie alla collaborazione con la "Asociation Escuela de Futbol Habana" ha organizzato la seconda edizione del camp della Dolomiti Energia Trentino a Cuba, svoltosi proprio la scorsa settimana nella capitale della più importante nazione caraibica.  

Davide Dusmet, secondo assistente di coach Maurizio Buscaglia alla Dolomiti Energia, e Guillermo "Gully" Austin, responsabile del minibasket di Aquila Basket oltre che apprezzatissimo allenatore del settore giovanile bianconero, hanno avuto la possibilità di allenare per cinque giorni quattro gruppi di ragazzi, di età compresa tra i 12 e i 15 anni, selezionati dalla Federazione Cubana tra i giovani più promettenti di tutta l'isola. "Ottanta ragazzi tra cui tanti, tantissimi potenziali prospetti, estremamente interessanti sia per la struttura fisica davvero notevole, che per un talento atletico davvero clamoroso - spiega Austin -. Se a queste doti si aggiungono il contagioso entusiasmo e la grande voglia di fare bene di cui sono dotati gli allenatori cubani che abbiamo potuto conoscere e con cui abbiamo potuto lavorare, si capisce quale sia il potenziale di cui questa terra è dotata".  

Non è un caso d'altronde che negli anni del grande interscambio culturale e sportivo (oltre che politico) tra Cuba e l'Unione Sovietica, la nazionale centroamericana fosse capace di essere punto di riferimento mondiale anche nella pallacanestro, come dimostra la medaglia di bronzo ottenuta alle Olimpiadi di Monaco del 1972 proprio dietro Urss e Usa. Perse le opportunità di contaminazione sportiva con l'Unione Sovietica, e rimasta sostanzialmente isolata per decenni dietro gli steccati eretti dall'embargo americano, la pallacanestro cubana ha visto poi disperdersi tante delle sue potenzialità. Ora però riscoperte da poche realtà come Trentino Basketball Academy, decisa a seguire l'esempio della NBA nel cercare occasioni di scambio e confronto con le realtà sportive dell'Habana per contribuire alla crescita del tessuto sportivo locale valutando poi, perché no, la ricerca di potenziali prospetti. 

Non deve quindi sorprendere che proprio nelle giornate conclusive del camp organizzato da Trentino Basketball Academy, a l'Habana sia arrivato anche Shaquille O'Neal, vera e propria icona del basket NBA, per organizzare un clinic destinato a giovani giocatori ed allenatori cubani a cui non hanno perso l'occasione di assistere anche Gully Austin e i ragazzi dell"Asociation Escuela de Futbol Habana".

Incrocio con Shaq a parte, l'attività dei coach bianconeri si è poi rivolta, dopo cinque giorni di lavoro con 80 ragazzi, anche ad occasioni di confronto con i Capitalinos de l'Habana, una delle prime squadre della capitale, con cui Davide Dusmet ha svolto alcuni allenamenti specifici mirati alla difesa del pick and roll. 

 

"L'esperienza - conclude Gully - è stata anche quest'anno davvero entusiasmante, e penso abbia fornito occasioni di crescita sia ai tecnici e ai ragazzi cubani sia a noi, perché entrare in contatto con chi è abituato a fare tanto con poco ti aiuta a migliorare. Speriamo di poter proseguire questa collaborazione anche nelle prossime estati, se possibile facendo ulteriori passi in avanti".

"Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso questo possibile, a partire da l'Asociation Escuela de Futbol Habana ma senza dimenticare Aquila Basket e le famiglie dei ragazzi del settore giovanile e del minibasket, che raccogliendo materiale tecnico e vestiario, hanno permesso a tanti ragazzi cubani di ricevere dotazioni che non avrebbero mai potuto avere altrimenti". 

 

 

 

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