Abitavo a Chicago quando nei Bulls è arrivato Tony Kukoc: lui era arrivato a Chicago come miglior giocatore europeo, come grande realizzatore, ma si accorse che in quella squadra non c’era bisogno di uno che segnasse. E quindi, si mise a disposizione della squadra per tante altre cose, diventando uno dei migliori assist man dell’NBA. E così dovete fare anche voi: guardarvi intorno, ascoltare i bisogni delle persone, per capire come potete essere d’aiuto agli altri” Così ha esordito ieri mattina Julian Wright nel terzo appuntamento di “Basket&Life”, percorso di sport e valori organizzato dalla Dolomiti Energia Trentino insieme alle classi terze dell’Istituto Tecnico Economico della scuola di Rovereto. Dopo Sanders e Sutton è stato il turno di Julian Wright, accompagnato da coach Nenad Jakovljevic e dal prep. Fisico Matteo Tovazzi, che ha approfondito il fondamentale del passaggio e poi dell’importanza della collaborazione tra compagni non solo sul campo, ma anche a scuola e nella vita.

E la riflessione di Wright sull’esperienza di Kukoc è partita da una celebre frase proprio del campione croato: “Un canestro rende felice una persona, mentre un assist rende felici due persone”: da lì in poi il dialogo con i ragazzi è diventato serrato con il centro bianconero a spiegare ai ragazzi quale sia il su punto di vista su tante questioni che riguardano la vita di ciascuno di noi. Wright ha ricordato ai ragazzi l’importanza di avere un sogno nella propria vita da realizzare: “Dovete perseguire il vostro sogno con tutte le vostre forze: una volta che lo avete individuato, dovete fare il possibile per realizzarlo mettendo tutto il vostro impegno”. Dopo l’appuntamento con Wright, toccherà prossimamente a Trent Lockett passare dal “Don Milani”: ultimo fondamentale da trattare sarà il palleggio e l’occasione sarà quella di parlare dell’importanza dell’impegno quotidiano. 

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