“Cosa ci metto io? Il cuore” ha detto Toto Forray, capitano della Dolomiti Energia Trentino, rispondendo alla domanda rituale posta a tutti gli ospiti di “Tu cosa ci metti”, evento di chiusura del progetto “Scuola e volontariato 2014-2015”, che ha visto la partecipazione di 250 studenti di diversi istituti superiori trentini coinvolti in attività di sensibilizzazione alla cultura del volontariato e del no profit nel sistema scolastico provinciale.

La mia storia – ha raccontato Toto rispondendo alle domande rivoltegli da Andreas Fernandez e dagli studenti – è quella di un ragazzo che a 17 anni, più o meno la vostra età, ha lasciato l'Argentina per venire in Italia a provare a fare della pallacanestro la sua professione. Ricordo che quando lasciai Buonos Aires parenti e amici vennero a salutarmi, piangendo. Io invece, ero contentissimo e ansioso di tuffarmi in una nuova ventura, anche se le uniche parole che conoscevo in italiano erano “Buongiorno principessa”, come diceva Benigni nel film”.

Toto, il cui intervento ha preceduto quello della presidente di Emergency Cecilia Strada, ha poi spaziato dal ruolo del capitano all'importanza dell'integrazione culturale nello sport e nella vita, per chiudere con qualche consiglio per avviare i giovani ad attività di volontariato. “Credo che un ragazzo che sente di voler essere utile al prossimo possa iniziare dalle piccole cose, provando ad essere d'aiuto ai suoi cari e alle persone che più gli stanno vicino, per poi passare magari ad offrire il suo contributo ad organizzazioni no profit appositamente strutturate. Credo sia un po' una caratteristica dei trentini quella di saper dare importanza alle piccole cose, sia come modo di essere che come modo di aiutare gli altri, almeno per quello che ho potuto imparare avvicinandomi a diverse realtà del volontariato provinciale grazie agli interventi che facciamo noi giocatori attraverso il progetto Aquila Basket For No Profit”. 

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