La responsabilità non lo spaventa. Anche se Keaton Grant, 28 anni ancora da compiere, non è tipo da cercarla. Tutt’al più se la trova cucita addosso, quasi naturalmente. Come potrebbe capitargli anche quest’anno alla Dolomiti Energia Basket Trento, visto che la guardia nativa di Kissimmee, cittadina del centro della Florida a due passi da Orlando, sarà uno dei veterani del giovanissimo spogliatoio aquilotto. “Dite che potrei essere chiamato ad essere uno dei leader della squadra? La cosa non mi spaventa” ha risposto Keaton nel corso della sua presentazione ufficiale alla stampa trentina, svoltasi immediatamente al termine del raduno ufficiale della squadra. “Però devo aggiungere che non credo di essere un leader vocale, di quelli che usano le parole. Posso essere un leader dando l’esempio, invece: tentando di fare le cose giuste, sperando che i ragazzi capiscano e mi seguano. Qualora fosse necessario usare la voce, però, sarò pronto a farlo, certo. Perché qualsiasi cosa il coach mi chieda di fare, io proverò a farla”.

Trento – ha aggiunto Grant, di fatto alla sua quarta stagione europea dopo le annate al Lebice, all’Apollon Patrasso e al Ludwigsburg – costituisce una grande opportunità per me. Ho sentito della grande tradizione che accompagna questa società. Delle vittorie che negli ultimi anni l’hanno portata in serie A. In questa logica voglio regalare a questa città, a questo club e ai suoi tifosi quante più emozioni possibile, e soprattutto quante più vittorie possibile. La mia caratteristica principale è quella di essere un vincente. In ogni posto in cui ho giocato c’era cultura vincente: dal college in poi. Quello che vorrei fare quest’anno è fare il possibile per mantenere quello spirito qui. I miei punti di debolezza? Ci lavorerò sopra durante la stagione, non dico di più”. Grant racconta invece della sua ultima stagione in Bundesliga: “La mia esperienza in Germania è stata molto importante. Per la prima volta lavorando in un campionato estero ho trovato molti americani in squadra, e questo mi ha fatto sentire un po’ a casa, come se fossi tornato a giocare negli Stati Uniti. E’ stato divertente. Abbiamo avuto una stagione vincente, ci siamo arresi solo alla squadra che ha poi vinto il titolo, quindi nel complesso è stata una bella esperienza. Che mi ha fatto crescere come giocatore. Un po’ come credo succederà quest’anno in Italia. Mi hanno raccontato che questa è una lega fatta di grande atletismo, di giocatori di talento, dove la tattica è importante. Quindi sarà importante trovare una buona chimica di squadra per metterci nelle condizioni di affrontare al meglio questa sfida”. 

Partita la prima avventura in A di Dolomiti Energia Trento
Nasce la “FONDAZIONE di partecipazione AQUILA BASKET”