“Il Capitano è un leader, un esempio oppure una guida?” Questa la prima domanda rivolta dal dottor Paolo Crepaz agli ospiti della serata “Capitano, mio capitano”, evento organizzato all’interno della Winter School promossa dall’Università Sophia. Gli ospiti erano tre atleti simbolo per la nostra provincia, quali Toto Forray, capitano della Dolomiti Energia Trentino, Lele Birarelli, capitano della Trentino Volley e della Nazionale, e Giada Marchioron, capitano della Trentino Rosa. “Il capitano dev’essere un esempio di spirito di sacrificio e deve essere d’esempio nel saper mettere sempre la squadra davanti al singolo”. Questa la risposta di capitan Forray, a cui nella sua carriera è stato spesso e volentieri affidato questo ruolo per la sua naturale leadership all’interno dello spogliatoio e per la sua capacità di essere un riferimento costante per tutti i compagni. Forray è stato capitano a Forlì e poi da quattro stagioni è il capitano e simbolo della Dolomiti Energia Trentino. Toto Forray ha spiegato poi come vive il suo ruolo all’interno della squadra e del suo rapporto con i momenti difficili, personali e di squadra. “Quando ero a Forlì, dovevo disputare la finale playoff contro la Fortitudo, ma mi fratturai la mano. Sembrava che non dovessi più giocare nella serie perché dovevo essere operato e invece alla fine l’operazione fu rimandata e io potei giocare fino alla gara 5, che purtroppo perdemmo nonostante i miei 27 punti. Quella gara 5, però, di fatto fu il mio trampolino di lancio: ecco, anche un momento negativo, se affrontato con lo spirito giusto, può essere trasformato in qualcosa di positivo”. E questo vale anche per le sconfitte di squadra, come ha spiegato Toto facendo proprio riferimento alla sconfitta con Cantù. “Dopo una sconfitta, si deve comunque guardare alla partita cercando le cose positive da cui ripartire e analizzando quelle negative per cercare di capire come migliorare. L’importante è non cercarsi degli alibi, ma capire che si perde e si vince tutti insieme e quindi non ci sono persone che hanno più colpe rispetto ad altri. Ognuno deve cercare di fare la propria parte, mettere la squadra davanti a tutto, per cercare di superare insieme le difficoltà”. Dopo due ore di dialogo, davanti ad un folto pubblico, la serata si è chiusa tra gli applausi per le parole di tre capitani, che non solo nei fatti, in ogni partita, sanno dimostrare la loro leadership, ma anche con le parole, come in questa occasione che è stata di stimolo per tutti i presenti.

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